LA MUSICA NEL CINEMA

temi tratti da importanti colonne sonore trascritte appositamente per il Ned Ensemble

Lo studio e l'interpretazione di opere del II Novecento, unito al repertorio della miglior musica funzionale, rielaborata e rivisitata in una nuova dimensione classica, rappresentano lo spazio musicale nel quale agisce il Ned Ensemble.

Proposte concertistiche anno 2016/17

Ned Ensemble


oboe, clarinetto
percussioni
pianoforte
quartetto d’archi


programma

Songs from movies


G. Pergolesi (1710 – 1736)
Aria °°°

N. Rota (1911-1979)
Michael's Theme °°°°

E. Morricone  
Gabriel's oboe °°°° 

E. Morricone (1928)
Vocalizzo °

M. Mangani (1966)
Pagina d'album 

G. Gershwin (1898-1937)
Blues ° 

C.Chaplin (1889-1977)
Luci alla ribalta °°

N. Rota (1911-1979)
Love theme from the Godfather °°°°

W. Williams (1932)
Schindler's List °°°

E. Morricone (1928)
Giù la testa °°°

N. Piovani (1946)
Life is beatiful °°

 

Elaborazioni a cura di ° F. Fontanot °° D. Guillen °°°A.Mannucci °°°°P. Savio

 

presentazione


I brani in programma - àditi in prevalenza dalla colonna sonora di note pellicole cinematografiche - si accostano alla tragedia vissuta dal popolo ebraico per contiguità emozionale, delineando una Stimmung di dolente suggestione. Le musiche proposte provengono prevalentamente dalle colonne sonore di note pellicole cinematografiche e sono state appositamente trascritte e rielaborate per il Ned Ensemble da allievi ed ex allievi del corso di Musica da Film tenuto dal M° Andrea Mannucci nell'ambito del Biennio di Composizione presso il Conservatorio “F.Dall'Abaco” di Verona. Le trascrizioni fanno emergere quella sapienza compositiva che talvolta, forse, resta adombrata nel continuum della partitura originale, vincolata alle esigenze diegetiche della narrazione filmica. Musiche come quelle composte da Nino Rota (1911-1979) ed Ennio Morricone (n. 1928) possono a buon diritto vivere di vita propria rispetto ai film che commentarono grazie all'accortezza delle strutture armoniche, all'evidenza dei profili melodici e alla capacità di rielaborare topoi compositivi attinti da secoli di storia musicale: si pensi solo alla colonna sonora de Il padrino, largamente debitrice del melodramma italiano. Ciò emerge con evidenza anche mediante il confronto con un'aria come la celeberrima Tre giorni son che Nina, falsamente attribuita a Giambattista Pergolesi (1710-1736) che, proprio come la musica di Rota, ben esprime un «senso melodico interiore intriso di tristezza e di ricordi passati». La tristezza trascolora in un intenso lirismo nella Pagina d'album di Michele Mangani (n. 1966) grazie alla voce del clarinetto solista, mentre si colora di venature graffianti nel Blues tratto dal poema sinfonico An American in Paris di George Gershwin (1898-1937). Gershwin, figlio di ebrei emigrati dalla Russia, seppe trasfondere nella propria originale cifra stilistica anche gli accenti della cultura klezmer, approdata oltreoceano dagli shtetl, i piccoli villaggi dell'Europa orientale dove, accanto al clarinetto, era il violino il fulcro della vita musicale, assurgendo quasi a simbolo dell'identità musicale ebraica e del suo destino. Di ciò è consapevole John Williams (n. 1932) che, nelle pagine composte per Schindler's List, tributa a questo strumento un toccante omaggio. Il programma si arrichisce di una nuova trascrizione a cura di Dario Guillen tratta dalla colonna sonora “Luci alla ribalta” di Charlie Chaplin




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